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    SCREANDO: IO COME DIO
    Dopo essermi arrovellato, per anni, a produrre opere legate alla condizione umana, ho sentito il bisogno di distogliere lo sguardo dal nostro ombelico e dal terrestre orizzonte dei perenni ritorni, per andare oltre la prosaicità dell'esistenza. Ho percepito la necessità di indagare il cosmo, di concentrarmi sull'universo.

    Questa esigenza non palesa l'anelito ad altri idilliaci mondi - amo e rispetto il nostro Pianeta; e per una Terra migliore continuerò a lottare - ma rivela l'intimo desiderio di riflettere sulle questioni cruciali della vita, e il mulinare della mia mente su ciò che di più antico, affascinante ed immenso ci sia: l'universo.

    Con questo ciclo di opere - che ho intitolato Screando: io come Dio - desidero astrarmi dalle beghe che intridono il nostro "granello di polvere" - io che di polveri [1] mi sono occupato ampiamente - per andare a curiosare fra altre polveri, fra infinite altre polveri; fra polveri primordiali: polveri cosmiche. Non per cercare Dio, ma per agire come Lui, e come Lui creare un universo, anzi: screarlo.

    Le opere che ho prodotto assecondando questi pensieri sono delle screazioni dell'universo, alle quali sono pervenuto rinunciando alla fascinazione della "materia ordinaria" del cosmo, cioè quella visibile - che forma i pianeti, le stelle, le galassie, gli ammassi e i superammassi - per concentrarmi unicamente sulla "materia oscura", quell'ipotetica materia che non è direttamente visibile, ma che gli scienziati stimano sia prevalente nell'universo.

    Per raggiungere il mio scopo ho preso la splendida immagine dell'ammasso globulare NGC 6397 - ripresa dal telescopio spaziale Hubble - e l'ho totalmente alterata cancellando quasi tutte le stelle presenti, e affievolendo drasticamente la luminosità delle poche che ho lasciato, ridotte ormai ad impercettibili tracce di evanescenti oggetti cosmici. L'immagine che ne è scaturita - e che ho utilizzato come base per produrre le opere, bidimensionali, Screando: io come Dio - è assurta ad ideale effige di un altrove assoluto; un universo estremo ed ignoto permeato dalla "materia oscura", la stessa materia che pervade le mie screazioni.

    Il titolo del progetto e delle opere, si caratterizza per la "S" privativa [2], che ha la funzione di stravolgere il significato canonico del gerundio di creare, inteso sia nell'accezione somma della creazione divina, sia in quello della creazione artistica.

    Il ciclo di opere Screando: io come Dio - realizzato fra novembre 2015 e gennaio 2016 - è costituito da quaranta opere bidimensionali di cui: dieci da 70 x 100 cm e trenta da 30 x 40 cm, tutte pezzi unici da produrre con stampa digitale.

    Completa il ciclo il video Screando, 2016, DVD, colore, sonoro, 4:45, 3 copie, in cui - diversamente dalle opere bidimensionali, nelle quali l'obbiettivo della mia ricerca era la "materia oscura" - ho focalizzato l'attenzione sulla "materia ordinaria" dell'universo. Nel video ho accennato anche a Galileo Galilei e inserito quattro opere d'arte come esempi della creazione umana che si aggiunge all'incommensurabile grandezza della creazione cosmica: creazione?

    Febbraio 2016, Luigi Dellatorre

    [1] Il riferimento é alle mie opere Accantando (dust of the world), prodotte nel 2008, 2010 e 2014.
    [2] La "S" privativa - introdotta per la prima volta con il ciclo Accantando: scalcio, 2012 - ha la funzione di stravolgere il significato canonico dei vocaboli, creando delle "non parole".