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  • DO YOU LIKE CROSSWORD?
    Do you like crossword? (Ti piacciono le parole crociate?). Se mi rivolgessero questa domanda, avrei un attimo di esitazione prima di rispondere. In effetti, non ho mai nutrito una grande attrattiva per questo gioco enigmatico. L'incontro folgorante è però avvenuto risfogliando un quotidiano sudamericano, che avevo adoperato nel corso della realizzazione del precedente ciclo di opere No news is good news del 1996. Veramente ero alla ricerca d'altro, ma alla vista di uno schema di criciverba, ivi riprodotto, sono stato repentinamente sedotto dalla sua apparente "novità", al punto da stupirmene.

    L'ortogonalità di quelle linee tracciate con rigorosa precisione e l'ossessiva ripetizione del quadrato mi disponevano ad una attonita calma, che repentinamente si tramutava nel prorompente desiderio di deformare quella rigorosa struttura, per indagare ulteriori possibilità espressive. L'eccitazione cresceva e diventava incontenibile con l'acuirsi della mia attenzione sui quadrati neri che delimitavano le parole, la cui irregolare distibuzione esaltava e sovvertiva l'equilibrio grafico dello schema. La loro presenza, enigmatica per chi non conosce le regole del gioco, è stata per me fondamentale alla percezione del dinamismo ottico del cruciverba.

    A quel punto mi è venuto immediato associare le emozioni che mi pervadevano, all'uso di una macchina che mi era familiare e di cui mi sono spesso servito, seppure con differenti finalità: la fotocopiatrice. Con essa iniziai a dettagliare, ingrandire, deformare, e successivamente ritoccavre a mano le fotocopie ricavate dal cruciverba originario. Ma più di tutto ciò mi affascinava rifotocopiare le fotocopie ottenute. In tal modo, con una serie di passagggi successivi, determinavo la perdita della loro qualità tecnica, favorendo l'affioramento della loro potenzialità artistica. I vari tipi di fotocopie così ottenute assumevano la funzione di schemi nei quali inserire delle figure tratte da foto pubblicate dai media, delle quali utilizzavo solo lo spazio vuoto che le conteneva. In questo frangente la parola, apportatrice di valore grafico e semantico, faceva la sua decisiva irruzione inserendosi nello spazio lasciato vacante dalle figure. Prelevata da libri, contesti culturali o quotidiani, la sua presenza concorreva a determinare il senso, e l'apparente non senso, delle opere. Il suo compito era di generare lo sconcerto: il dire ed il negare la sua piena comprensione, affinchè svuotandosi del significato originario e caricandosi di ambiguità, potesse rifluire nel vortice dell'inafferrabile.

    Nelle opere i profili delle figure sole ed isolate, talvota relegate agli estremi limiti del supporto con le sagome risolutamente amputate, testimoniano di esseri umani privi di identità: vuoti spazi dove una scrittura formalmente nitida, quanto varia nel corpo e nel carattere, si distende al loro interno con la presuntuosa velleità di rivitalizzarle.

    Quello che emerge dal complesso di questi lavori è uno scenario tragicomicamente ambiguo, ma rappresentativo della nostra esistenza, dove l'enigmatico "gioco" della vita, diversamente da quello risolubile del crossword, ostacola il realizzarsi dei valori di umana pienezza, lasciandoci irrimediabilmente muti dinnanzi allo sconcerto della realtà.

    Per quanto attiene l'esecuzione delle opere, che inizialmente erano solo fotocopie su carta, ho esteso la prassi operativa alla produzione simulata di fotocopie su tela e su sculture metalliche, realizzate con un lavoro manuale espresso nell'ambito dei tradizionali mezzi della pittura.

    Complessivamente il ciclo di opere Do you like crossword?, si compone di centocinquantotto lavori eseguiti fra ottobre 1996 ed agosto 1997 così ripartiti: centoquarantasette fotocopie acquarellate, tre acrilici su tela, sei sculture metalliche dipinte con smalti industriali, una stampa fotografica ed una gabbia per uccelli corredata da: un dispositivo per la riproduzione di un sonoro con canti di uccelli, un osso di seppia dipinto ad acrilico, acqua, alimento per uccelli ed i loro escrementi.

    Agosto 1997, Luigi Dellatorre

    Testo in catalogo personale Do you like crossword?, 1999.