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  • SEMANTICA E DESEMANTIZZAZIONE
    E’ una sfida alla “desemantizzazione dei linguaggi” quella che ci lancia Luigi Dellatorre, attraverso i suoi lavori artistici più recenti.

    La pubblicità rappresenta, per se stessa, un codice, violare il quale significa creare uno stato di confusione (qualora il fenomeno venga perso di mano e non venga più controllato da chi altera la “norma visuale”) o provocare una sollecitazione della nostra “componente intellettuale interiore” (qualora invece l’alterazione dei “rapporti visivi” venga effettuata con buona cognizione di causa e offrendo al fruitore un nuovo “sistema semantico di interpretazione estetica”).

    Luigi Dellatorre si muove lungo questa ipotesi. Lui, il codice pubblicitario, prima lo decompone, lo destruttura dei (e anche nei) suoi significati correnti e poi lo ricostruisce in chiave ludica e fantastica. L’artista svuota, in pratica, il messaggio dei suoi “contenuti percettivi” e lo riempie di maggiori “elementi creativi”, che (a seconda della scelta di campo da lui operata, a livello stilistico, al momento della rielaborazione) possono essere ricchi di contenuti: allegorici, vuoi anche assurdi, contradditori, talvolta pure iperealistici, altra volta ancora “graffianti” e “roboanti”, ma comunque, sempre, al di fuori della comune “percezione del sentire” l’immagine pubblicitaria.

    La realtà che egli ci propone è comunque una realtà rielaborata, reinventata e svuotata, in qualche modo, di concretezza: decontestualizzata dal presente ed anarchica rispetto al codice e alla norma. Luigi Dellatorre si muove, dobbiamo dire, con buona disinvoltura nella nuova Babele dei linguaggi e così facendo riesce a riordinare, in chiave seppur immaginifica, quella realtà consumistica che si basa sul plusvalore e sul capitale e non viceversa, come l’arte, sulla ricchezza spirituale e sulla sapienza della vita.

    Ritengo altresì interessante rispetto a queste scelte di modello, estetico e scientifico, effettuate da Luigi Dellatorre, la sua maniera - più recente - di manipolare i materiali: in una ricerca che è materica e tematica al tempo stesso. Silicone, ferro e rete metallica rappresentano in definitiva non un elemento aggiunto rispetto alla ricerca fotografica o pubblicitaria che sia, ma un naturale proseguimento ideale di quel suo passato muoversi, con estrema dignità lirica e compositiva, tra acrilici, tele, acquerelli, fotocopie, chine e pagine di rivista.

    Ottobre 2000, Rino Cardone