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    Luigi Dellatorre è nato a Cassolnovo (PV) il 16-11-1953. Ha iniziato l'attività artistica seguendo due passioni: l'arte - il primo quadro è del 1973 - e il teatro: nel 1976 ha recitato in Finale di partita di Samuel Beckett il ruolo di Hamm, il personaggio principale della pièce.

    Nel 1977 è prevalsa la passione per l'arte che lo ha spinto a frequentare i corsi serali di disegno e pittura (77-79) e di ceramica (86-88), all'Istituto di Arti e Mestieri Vincenzo Roncalli di Vigevano.

    Ma la vera formazione artistica l'ha conseguita da autodidatta, attraverso lo studio delle arti di ogni tempo, il lavoro assiduo, la vivace curiosità e la costante frequentazione degli ambienti artistici e culturali di Milano: molte opere testimoniano il suo vivo interesse per questa Città.

    Desideroso di accrescere la propria formazione artistica, nel 1985, ha sostenuto gli esami d'ammissione all'Accademia di Belle Arti di Brera, ma è stato respinto. L'esito negativo di quella prova è documentata nel sito dell'artista in: Archivio foto di repertorio.

    Nonostante quell'insuccesso il suo slancio per l'arte non si è affievolito; nel 1991 si é dimesso dall'impiego di tecnico di raffineria petrolifera per dedicarsi totalmente all'arte.

    Nel corso del suo lavoro artistico ha realizzato numerosi cicli di opere tra i quali si ricordano: Back from New York, 1993; Finale di partita, 1995; Do you like crossword?, 1996-1997; Meteo, 1998; The unknown: up and undergroud self-portrait, 1999-2000; Punto di partenza, 2000; Ma come ce le raccontano bene!, 2001; Una storia italiana: Silvio, oh Silvio, che grand'uomo che sei!, 2002-2003; Senza titolo (Milano), 2003-2006; Accantando, 2008-2016 e dal 2016 Cucire il mondo, una metafora nella quale al senso di precarietà si accosta l'invito a promuovere l'umana convivenza e la salvaguardia del pianeta.

    La sua espressività artistica - tesa ad un'incessante ricerca sperimentale - si è concretizzata in: carte, quadri, arazzi, sculture, ceramiche, fotografie, installazioni, sonorizzazioni ambientali, video e performance. Suoi lavori sono presenti in collezioni pubbliche e private, italiane e straniere.

    La prima mostra personale risale al 1992. Ha esposto in mostre personali e collettive, in spazi pubblici e privati, in Italia e all'estero.

    Dal 2006 è socio artista della Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente di Milano.

    Ideatore di neologismi, nel 2008, ha attivato la pratica dell'Accantando - forma gerundiva del neo verbo accantare: mettere accanto - pensiero ed azione artistica che esalta una realtà plurima, instaurando una continuità tra un passato ed un presente che si schiude al futuro.

    A partire dal 2012 ha inserito nei titoli dei cicli e delle opere la s "privativa", con la finalità di stravolgere il significato canonico dei vocaboli, e per creare delle "non parole" che generino ambiguità e apparente non senso.

    Il suo itinerario espressivo, improntato all'impegno etico e civile, lo ha portato, nel 2018 a far parte del Movimento Arte Etica, ideato e promosso dalla ARTantide Gallery di Verona.

    Il 6 aprile 2019 ha iniziato la performance in progress intitolata Ti dono un'opera, con la quale dona le sue opere con liberalità, e senza nulla chiedere in cambio, per restituire alla Società - in forma d'arte - una parte di ciò che da essa ha ricevuto. Numerose sono le donazioni fatte a: Enti, Biblioteche, Comuni, Collegi Universitari, Università e Privati.

    Testi critici sul suo lavoro sono stati redatti da: Francesca Alfano Miglietti, Riccardo Barletta, Rino Cardone, Stefania Carrozzini, Giuseppe Castelli, Chiara Franceschini, Carlo Franza, Giuseppe Franzoso, Romano Gasparotti, Sabine Dorothée Lehner, Edoardo Maffeo, Paolo Nardon, Sandro Orlandi Stagl e Federica Rabai.

    Altri testi sulla sua attività sono di: Cristina Colli, Federica Dafarra e Paola Doria.

    Numerosi sono anche gli scritti dell'artista sul proprio lavoro.