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    VU CUMPRA'. SIAMO TUTTI CLANDESTINI
    In un contesto in cui le divisioni nazionali spesso generano conflitti, Dellatorre dimostra una sensibilità particolare verso le problematiche che queste divisioni hanno sempre causato agli esseri umani. Ci ricorda che siamo tutti parte di un'unica famiglia umana, condividendo le stesse aspirazioni e fragilità, e che la nazionalità non dovrebbe essere motivo di divisione. Attraverso l'arte, ci invita a riflettere sulla suggestiva metafora del "Cucire il mondo", spingendoci a considerare la Terra come un unico e vasto tessuto di umanità, nel quale ogni individuo, indipendentemente dalla sua provenienza, è interconnesso.

    Il titolo della mostra, Vu cumprà. Siamo tutti clandestini, riflette profondamente il messaggio che ognuno di noi è, in qualche modo, un clandestino: alla ricerca di una casa, di un'identità, di un senso di appartenenza che supera i confini fisici e culturali. Il termine "Vu cumprà", spesso utilizzato in modo dispregiativo per indicare venditori ambulanti, stranieri, clandestini, rappresenta una realtà umana profonda. Questi individui non sono solo commercianti ambulanti; sono padri, madri, figli e figlie che lottano per una vita dignitosa. Sono simboli della condizione umana universale, in cerca di un luogo dove poter appartenere, di dignità e di un futuro migliore per sé e per i propri cari. Il termine "Vu cumprà" viene così reinterpretato e liberato dalle sue connotazioni negative, rivelando la sua vera essenza. Queste opere fungono da specchio delle nostre stesse speranze e paure.

    L'articolo 3 della Costituzione Italiana afferma che "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali". Questa mostra ci ricorda che le nostre differenze, che siano di genere, razza, classe sociale o età, dovrebbero essere celebrate come fonte di arricchimento anziché di discriminazione.

    Come racconta l'artista, oggi, grazie alle nuove tecnologie satellitari, del nostro pianeta abbiamo scoperto ogni angolo, anche il più sperduto e isolato. Quindi è arrivato il momento di fermarci e chiederci come utilizzare questo mondo e, soprattutto, come costruire le nuove relazioni umane del futuro. Le sue cuciture simboleggiano queste connessioni, come immaginarie sinapsi sociali, invitano le persone a pensarsi come grande comunità mondiale, che crea collaborazioni e stempera le divisioni.

    Condividiamo tutti la stessa condizione umana.

    Verona, maggio 2024, Sandro Orlandi Stagl

    Testo in catalogo personale Vu cumprà. Siamo tutti clandestini, 2024.